
Nella rubrica "Una lingua mitica!" racconteremo di tanto in tanto le storie curiose e pittoresche che si celano dietro a detti o proverbi cinesi. Assai numerosi (migliaia!) e usatissimi nel linguaggio corrente, tali detti e proverbi rappresentano per sinologi e studenti di cinese un ulteriore scoglio nell'apprendimento di questa lingua complessa e affascinante.
Uno degli svaghi prediletti dall’imperatore Di Xin (帝辛, dìxīn) e dalla sua concubina Da Ji (妲己, dǎjǐ), la “strana coppia” che portò alla disastrosa fine della dinastia Shang (商朝, shāngcháo, 1600-1046 A.C.), era senza dubbio il giocoso passatempo chiamato “Lago di vino e foresta di carne” (酒池肉林, jiǔchí ròulín).
La suggestiva ambientazione di tale passatempo consisteva di un lago artificiale riempito di vino e abbellito da alcune isolette. Sulle isolette i rami degli alberi erano sostituiti da spiedini di varie carni arrostite. Coppie di vergini ed eunuchi, nudi e legati tra loro, avevano il compito di ubriacarsi e ingozzarsi di cibo fino allo spasimo. La coppia vincitrice, ossia quella che mangiava e beveva di più, veniva poi fatta a pezzi e divorata da Da Ji la quale, si racconta, provava un piacere sessuale nel cibarsi di carne umana.
Oggi, l'espressione jiǔchí ròulín, letteralmente “Lago di vino e foresta di carne” indica dissolutezza, l’esagerare nei festeggiamenti o l’esagerare nei vizi.