
L’affresco della Cina post-bellica e lo scoppio della guerra civile nelle pagine dell’opera “San Mao si unisce all’esercito”
Di Fernando Fidanza.
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La fine della Seconda Guerra Sino-Giapponese nell’estate del 1945 non portò la pace in Cina; al contrario, segnò l’inizio di un nuovo conflitto, quello tra nazionalisti e comunisti, e la produzione dei fumettisti cinesi tra il 1945 e il 1946 riflette l’instabile situazione politica del paese. I fumettisti cessano di diventare propagandisti e diventano opinionisti, capaci di modellare il sentimento popolare.
Zhang Leping decide di non scegliere chiaramente tra le due fazioni in lotta, decide di non schierarsi.

Al termine della guerra Shanghai attrasse il ritorno di molti fumettisti che iniziarono a riorganizzarsi e ricominciare le loro carriere nella metropoli.
Il 24 febbraio 1946, il giornale di sinistra Wenhui (文汇报, Wénhuì Bào) pubblicò nella rubrica 'Simposio settimanale' (星期谈座, xīngqī tánzuò) un articolo intitolato 'I fumettisti guardano indietro e guardano avanti' (漫画界的回顾与前瞻, mànhuàjiè de huígù yǔ qiánzhān), dove sette fumettisti, tra cui Zhang Leping, esposero le loro idee riguardo al passato e al futuro delle arti grafiche in Cina. L’ultima parte dell’articolo era intitolata “Democrazia! Impossibile senza i fumetti” (民主! 不能没有漫画, mínzhǔ! bùnéng méiyǒu mànhuà).

Zhang Leping diede il suo contributo con un pezzo intitolato “Non possiamo ritirarci dall’impegno militare” (我们不能解甲, wǒmen bùnéng jiějiǎ):
“I fumetti sono arte e lavoro, ma non sono arte fine a sé stessa, visto che devono includere stile e contenuto. Un fumetto di successo deve ispirare domande, deve criticare errori e analizzare in maniera chiara un certo tema, dovrebbe essere simile a un saggio letterario, visto che deve aiutare il pubblico a comprendere chiaramente un certo argomento. Ancor di più, un fumetto deve imbarazzare, deve dare il mal di testa, deve far piangere senza lacrime e ridere senza emettere suoni. I fumetti non sono il pagliaccio delle arti visive, sono anzi il corno militare che deve svegliare il mondo! (…) Ora che i nostri nemici sono stati sconfitti, non possiamo ritirarci da nostro impegno militante, nella nostra nuova società dobbiamo continuare a lavorare per capire, seriamente e imparzialmente, la nostra posizione”.
Alla fine del 1945 Zhang Leping decide di ricominciare a narrare le vicissitudini di San Mao sulle riviste e i quotidiani di Shanghai. Poteva il pubblico, dopo anni di sofferenza e in una situazione politica così instabile, ancora apprezzare l’umorismo di San Mao? Come sempre Zhang Leping si dimostra maestro nell'unire humor e critica sociale.
Un esempio interessante è la striscia pubblicata il 22 dicembre 1945 e intitolata “Sotto il cielo e sulla terra” (天下和地上, tiānxià hé dìshang). Nel primo pannello un ufficiale mostra a San Mao il suo talento nella calligrafia scrivendo la frase “Tutto ciò che si trova sotto il cielo appartiene a tutti” (天下為公, tiānxià wèi gōng), un aforisma tratto dal Classico dei Riti (禮記, Lǐjì) e famoso per essere una delle citazioni più amate da Sun Yat Sen.

L’ufficiale viene distratto dal fatto che il tavolo traballa, non è stabile, e se ne va. Quando torna trova quattro caratteri scritti da San Mao: “La base non è uniforme” (地上不平, dìshang bùpíng). Con questa frase il nostro eroe non solo sottolinea che non c’è uguaglianza sulla Terra, ma anche che l’instabilità sociale è causata da chi si finge un nobile seguace di Confucio.
San Mao si unisce all'esercito
E’ in questo periodo che Zhang Leping pubblica una delle sue opere più importanti, “San Mao si unisce all’esercito” (三毛从军记, sānmáo cóngjūn jì).

Questa storia è ambientata durante il conflitto contro i giapponesi, e racconta l’esperienza di San Mao come soldato, sia in caserma che sul campo di battaglia. Durante i suoi viaggi negli anni del conflitto, Zhang Leping aveva potuto osservare attentamente sia la vita dei soldati al fronte, sia la drammatica situazione della popolazione messa in ginocchio dalla guerra.
Nella prefazione del fumetto, pubblicato nel gennaio del 1947, Zhang Leping spiega il perché della sua scelta di trasformare il suo orfano in un soldato. Secondo l’autore, mostrare la guerra e la vita nelle caserme attraverso gli occhi di San Mao, avrebbe potuto regalare ai lettori una prospettiva fresca e originale del conflitto appena terminato.
Già dalla prima striscia, pubblicata il 12 maggio 1946, possiamo notare l’evidente cambio di tono tra “San Mao si unisce all’esercito” e le strisce pubblicate durante la guerra. In questa vignetta l’ufficiale responsabile dei nuovi arruolati manda via il nostro eroe perché è troppo giovane. San Mao non si arrende e torna travestito da adulto, utilizzando dei trampoli, riuscendo così ad arruolarsi. Nella striscia 'La spada di San Mao' avevamo visto come davanti al rifiuto da parte dell'ufficiale responsabile, San Mao mostrasse il suo coraggio e la sua volontà di lottare per la sua nazione; qui vediamo invece una presa in giro dell’intelligenza dei soldati, facilmente ingannati da un bambino.
La descrizione negativa dei soldati cinesi, degli ufficiali di alto rango, dei giapponesi, insieme alla comicità insita nelle avventure di un bambino gracile come San Mao nella vita in caserma o sul campo di battaglia, saranno i temi principali dell’opera.

Il nostro piccolo orfano cerca spesso di imitare il comportamento degli altri soldati, ma il suo corpo è troppo debole per le faticose esercitazioni in caserma. San Mao deve quindi spesso aguzzare l’ingegno.
Nella striscia pubblicata il 23 giugno 1946 San Mao sta marciando con i compagni, ma non riesce a tenere il passo. Dagli iconici “tre capelli” sudati sulla fronte capiamo che sta faticando molto. All’improvviso, chiede in prestito un monopattino ad un bambino che gioca in strada, e riesce così a raggiungere i suoi sorpresi commilitoni.

Se la sua statura non lo aiuta nelle esercitazioni, dall’altra parte lo avvantaggia quando si trova a fronteggiare i soldati giapponesi. Nell’opera affronterà i nemici in cinque occasioni, mostrandosi ogni volta più abile dei suoi compagni.
"Notiamo quindi subito che le vittorie di San Mao saranno sempre dovute più alla fortuna e alla stupidità di compagni e avversari, che frutto del suo coraggio"
Per esempio nella striscia pubblicata nell’agosto del 1946, troviamo San Mao marciare di fronte ad un suo compagno. Un cecchino giapponese spara e uccide il compagno del piccolo eroe, salvato dalla sua bassa statura. In cerca di vendetta, San Mao monta sulle sue spalle uno spaventapasseri, il cecchino giapponese, all’oscuro del trucco, spara allo spaventapasseri, ma quando vede che questo continua a camminare, si arrende pensandosi di fronte ad un’entità maligna.
Notiamo quindi subito che le vittorie del protagonista saranno sempre dovute più alla fortuna e alla stupidità di compagni e avversari, che frutto del suo coraggio.
Le azioni e le personalità dei commilitoni di San Mao rappresentano un tema centrale, e un espediente comico, molto importante in quest’opera. Zhang Leping li dipinge in maniera caricaturale, cancellando l’immagine eroica utilizzata a scopi propagandistici durante il conflitto. In molte parti di quest’opera i soldati vengono dipinti meno saggi dei bambini. Invece di dare l’esempio, infatti, si comportano spesso in maniera infantile.
Nella striscia del 30 maggio un soldato si prende gioco di San Mao prima offrendogli una pera, e poi disegnando su di essa la caricatura del nostro eroe. Il soldato viene qui rappresentato vile e spregevole, un adulto che si prende gioco di un bambino.

Nei suoi lavori propagandistici creati durante il conflitto, Zhang Leping dipingeva i giapponesi come mostri privi di umanità, e i soldati cinesi come eroi. In “San Mao si unisce all’esercito” mostra in chiave ironica e accusatoria le debolezze e i difetti di entrambi.
Questo è il metodo che l’autore utilizza per aiutare il lettore, e forse anche sé stesso, a venire a patti con il conflitto e a chiudere questo doloroso capitolo.
Non solo, ribaltando la tecnica narrativa mette anche in dubbio la validità artistica e sociale della propaganda, criticando anche il proprio lavoro e sottolineando la disillusione con il concetto patriottico di guerra e di vittoria, adombrato dalle terribili conseguenze sulla popolazione.
Nascosto nel suo umorismo, inoltre, troviamo nel nuovo stile una rappresentazione molto più realistica della realtà della guerra e della vita militare. Un altro tema fondamentale dell’opera è la critica dell’autore verso la stampa e i media in generale, critica al loro utilizzo per distorcere la realtà dando false notizie.

Nella striscia del 16 agosto 1946 un fotografo ha l’incarico di immortalare il successo di San Mao nell’episodio dello spaventapasseri. Il bambino viene invitato dai suoi superiori a tenere uno striscione con su scritto “Coraggioso e pieno di risorse” (智勇雙全, zhì yǒng shuāng quán). Sfortunatamente, lo striscione è troppo grande e copre tutto il suo corpo tranne i tre capelli. Nella foto, quindi, sembra che l'eroe sia il suo superiore.
"Questo è il quadro che Zhang Leping e San Mao dipingono della Cina post bellica"
Il 4 ottobre 1946 Zhang Leping pubblica l’ultima striscia di “San Mao si unisce all’esercito”. Ed è quest’ultima striscia a regalarci la chiave di lettura più importante per capire il vero intento e il vero significato di quest’opera.
La guerra è finita, San Mao viene congedato dai suoi superiori e lascia la caserma. Si trova a un incrocio circondato da tombe. Di fronte a lui solo due strade, una porta ad una campagna arida, l’altra porta ad una città distrutta. San Mao si ferma al bivio, che viene rappresentato a forma di “V”, simbolo di “Vittoria”, e si gratta il capo indeciso sul da farsi.

Inadeguatezza dei leader, infantilismo e brutalità dei soldati, adulti che danno il cattivo esempio, falsità della stampa e della propaganda, effetti catastrofici della guerra, futilità della vittoria, incertezza sul futuro, questo è il quadro che Zhang Leping e San Mao dipingono della Cina post bellica in “San Mao si unisce all’esercito”.
Nel prossimo e ultimo capitolo, analizzeremo quello che ancora oggi è considerato il vero capolavoro di Zhang Leping: “Le avventure del vagabondo San Mao”.
Se volete divertirvi, la redazione BYD vi consiglia la trasposizione animata di "San Mao si unisce all'esercito"