
La rubrica dal titolo 'Le Recensioni 'gnoranti' accoglie opinioni su opere artistiche cinesi da parte di chi di Cina sa poco o niente. L'intento è quello di raccogliere punti di vista, ci auguriamo freschi e stimolanti, tesi a un'interpretazione libera da preconcetti di opere cinesi selezionate nell'ambito letterario, musicale, pittorico, cinematografico e via discorrendo. Oggi parleremo de 'Il Re degli Scacchi' opera dello scrittore avanguardista Ah-Cheng.
Di Stefano Foglia
Quando mi è stato chiesto di scrivere una breve recensione su un romanzo di un autore cinese, ho immediatamente pensato di essere uno dei tantissimi italiani che di questa nazione di cultura millenaria, sa veramente poco. A mia parziale scusante c’è l’essere cresciuto ed aver studiato nell’Italia degli anni ’80 e ’90, dove sui libri di storia e nei vari telegiornali la Cina veniva solo sfiorata o citata per eventi storici epocali impossibili da evitare e spesso commentati da persone forse non “propriamente” qualificate. Possiamo dire che in quegli anni lo studio e la conoscenza di questo mondo era per un numero limitato ed interessato di persone.

Fatta questa premessa per inquadrare la mia scarsa conoscenza del mondo cinese, mi sono immerso nel breve romanzo Il Re degli scacchi (棋王, Qíwáng, 1984) e l’ho trovato piacevole e ricco di simbolismi. L’autore, Zhong Acheng (钟阿城, Zhōng Āchéng), conosciuto come Ah Cheng, nato a Pechino nel 1949, è stato dal 1979 uno dei membri fondatori del Gruppo artistico delle stelle (星星, Xīngxīng), gruppo basato sull’individualismo e la libertà d’espressione sia nell’arte che nelle attività pubbliche, fondamentale per lo sviluppo dell’avanguardia artistica cinese.
La storia si svolge durate il periodo della Rivoluzione Culturale (1966-1976), ed è incentrata sulle vicende di una serie di personaggi che vengono, chi per una ragione chi per l’altra, a volte solo per aver avuto un parente non allineato al pensiero unico del regime, strappati dalle loro case e ricollocati in enormi aziende agricole, situate lontano dai grandi centri urbani, per una rieducazione culturale e ideologica alle regole della dittatura maoista.
Tra questi spicca la figura di un giovanissimo, e già leggendario, giocatore di scacchi, Wang Yisheng. Wang, ai tempi della scuola chiamato “Il topo degli scacchi”, ha vissuto un’infanzia difficile e ha trovato proprio nel gioco degli scacchi una ragione di vita.
Eloquente in questo senso il dialogo prima dell’incontro con “Minchione gambalunga”, suo amico e altro protagonista del libro, sull’importanza per un uomo di avere e soddisfare bisogni “spirituali” alti oltre ai soli bisogni elementari, materiali che un regime autoritario si preoccupa di soddisfare.

Wang Yisheng, grazie agli insegnamenti del suo vecchio maestro, ha un approccio taoista agli scacchi e di conseguenza alla vita. Il suo giocare a scacchi non è finalizzato alla vittoria di un premio o di un torneo, che anzi spesso evita, ma rappresenta una filosofia di vita tutta sua, che trova il suo apice nello sfidare i campioni dei tornei appena conclusi, con partite che spesso, a causa delle restrizioni in atto nei campi di reclusione, si svolgono a memoria, nelle menti dei giocatori, privati ormai anche di una semplice scacchiera.
Un simbolismo forte per rappresentare il bisogno di evasione mentale e spirituale da autorita' che ingabbiano in recinti stretti e ben definiti la volontà degli uomini.
Personalmente ho trovato il libro, nella bellissima traduzione di Maria Rita Masci, una lettura che mi ha regalato la possibilità di sbirciare in un mondo geograficamente lontano, e distante dalla mia quotidianità, passata e presente. Mi sento di consigliare a tutti la lettura di questo libro, soprattutto per la sua scorrevolezza e per il suo messaggio universale, applicabile ad ogni cultura e ad ogni periodo storico.
Laureato in Scienze Politiche all'università La Sapienza di Roma, Stefano Foglia è un impiegato tributario di professione, appassionato di storia dei conflitti mondiali del XX secolo e della AS Roma. Dalla redazione di Buyiding un sentito ringraziamento a Stefano per il suo contributo alle nostre Recensioni 'gnoranti.