
Questa rubrica di Buyiding vi parla d'invenzioni che a quanto pare provengono dalla Cina. Ovviamente, fino a prova contraria.
Premiazione della finale di tiro con l’arco: medaglia di bronzo a Robin Hood, per aver centrato uno scagnozzo dello sceriffo di Nottingham da 200 metri in mezzo al bosco; medaglia d’argento a Guglielmo Tell, per aver centrato una mela in testa al figlio; medaglia d’oro a Hou Yi (后羿, Hòu Yì), per aver centrato nove Soli su dieci.
Leggenda vuole che un tempo molto molto lontano, durante il periodo dei Tre augusti e cinque imperatori (三皇五帝, sānhuángwǔdì), la Terra fosse illuminata da dieci Soli, che sorgevano e tramontavano a turno, uno alla volta. Un giorno però sorsero tutti insieme e la Terra cominciò a bruciare. L’imperatore Yao (尧, Yáo) chiese all’arciere Hou Yi di risolvere il problema. Hou Yi cercò dapprima di dissuadere i Soli, ma quando questi rifiutarono di ascoltarlo prese ad abbatterli con le sue frecce, trasformandoli in Corvi a tre zampe (三足乌, sān zú wū), creature mitologiche che rappresentano il Sole e che sono state per millenni simboli imperiali. Dopo aver abbattuto nove Soli, Hou Yi fu convinto dall’Imperatore a risparmiare l’ultimo.
Nella storia cinese la tradizione dell’utilizzo dell’arco, evolutosi poi in balestra, ha radici antiche e profonde. Parti in bronzo del meccanismo di rilascio della balestra risalenti al 650 a.C. circa sono state ritrovate a Qufu (曲阜, qūfù), nella provincia dello Shandong. Nelle province dello Hunan e dello Hubei ci sono stati ritrovamenti simili, soprattutto dardi risalenti al sesto e al quinto secolo avanti Cristo.

I testi cinesi più antichi in cui si cita la balestra risalgono al quinto e quarto secolo avanti Cristo e sono attribuiti ai discepoli del filosofo Mozi (墨子, Mòzǐ, 470 a.C. – 391 a.C.). Questi testi parlano dell’utilizzo di una balestra gigante durante il sesto secolo avanti Cristo, nel Periodo delle Primavere e degli Autunni (春秋时代, Chūnqiū Shídài, 770-476 BC).
Il testo del quinto secolo avanti Cristo, L’arte della guerra (孙子兵法, Sūnzǐ Bīngfǎ) dello stratega Sun Zi (孫子, Sūnzǐ), descrive la costruzione e l’utilizzo della balestra nei capitoli 5 e 12. Riferimenti alla balestra si ritrovano anche nel testo filosofico taoista Zhuangzi (庄子, Zhuāngzǐ), del terzo secolo avanti Cristo.
In Occidente pare invece che le prime citazioni sull'uso della balestra risalgono all’antica Grecia intorno al quarto secolo avanti Cristo—quindi, sembrerebbe, assai più in là con gli anni rispetto alla Cina—mentre nel primo secolo dopo Cristo un’arma chiamata Gastraphetes, in pratica una balestra, viene descritta da Erone di Alessandria nel suo trattato sulle macchine da guerra Belopoeica.
Nel frattempo in Cina, il corpo scelto dell’esercito dello Stato di Chu (楚, Chǔ, 1030– 223 a.C.) era formato da soldati armati di balestra famosi per la loro resistenza, si narra infatti che potevano percorrere 160 km senza mai riposare.
I soldati dei corpi scelti dell’esercito dello Stato di Wei (魏, Wèi, 403– 225 a.C.) erano muniti di un’armatura, una spada, una balestra con 50 dardi, un elmo e scorte di cibo per tre giorni. Una legge del tempo garantiva ai soldati che riuscivano a percorrere 40 km in un giorno portando con sé questo equipaggiamento l’esenzione dalle tasse per tutta la famiglia.
Nello Huainanzi (淮南子, Huáinánzi), raccolta di testi accademici del 139 avanti Cristo, si consiglia al lettore di non usare mai una balestra in un terreno paludoso perché potrebbe essere molto pericoloso.
Il leggendario arciere Chen Yin (陈音, Chén yīn) dello Stato di Yue descrive così, negli Annali delle Primavere e degli Autunni di Wu e Yue (吴越春秋, Wúyuè Chūnqiū, primo secolo d.C.), la tecnica perfetta di tiro:
“Quando si scocca, il corpo deve essere rigido come una tavola di legno, la testa deve essere mobile come un uovo su un tavolo; il piede sinistro davanti e il destro perpendicolare ad esso; la mano sinistra come se fosse poggiata a un ramo e la destra come se abbracciasse un bambino. Tendi l’arco e osserva la posizione del nemico, trattieni il respiro e deglutisci, rilascia il respiro quando scocchi il dardo; solo in questo modo sarai imperturbabile e infallibile”.