
I suoi scatti graziano la homepage di Buyiding quasi ogni giorno, offrendo scorci di Pechino unici e genuini. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Zhang Miao per saperne di più su di lui, su come è nata la sua passione per la fotografia e scoprire la storia dietro alcuni dei suoi scatti preferiti.
Di Mauro Marescialli.
In una fresca serata di metà Settembre Zhang Miao mi dà appuntamento al solito ristorante giapponese, un buchetto semi-nascosto poco distante dalla popolare area di Sanlitun, una zona trafficata e cosmopolita di Pechino, rinomata per lo shopping, i ristoranti e i locali internazionali e la vita notturna.
Quando ci si vede per cena veniamo sempre in questo ristorante: la cucina è buona e senza pretese, lo staff gentile e il costo più che ragionevole. Inoltre è comodo perché vicino a dove abitiamo. Zhang Miao, come il sottoscritto, ha appena staccato dal lavoro e arriva in sella a una di quelle bici a noleggio, onnipresenti a Pechino, facendola apparire molto più piccola di quella che è in realtà. Alto, spalle larghe e ben piazzato, Zhang Miao è uno shuaige (帅哥, bel giovanotto) dai modi schietti e dalla parola svelta, lo sguardo attento e vigile parzialmente nascosto da occhiali da vista con la montatura nera.
Mentre smonta dalla bici gli chiedo come è andata la giornata e lui inizia ad inveire contro un cliente che gli sta dando un po' di grattacapi. La voce di Zhang Miao, roboante e profonda, rimbomba per il vicolo: "Mah! - dice - è uno stillicidio continuo. Ogni giorno decine di telefonate e messaggi WeChat, e non si riesce a venire a capo della situazione. E non so ancora se il progetto a cui sto lavorando da settimane in realtà vedrà la luce o no".

Zhang Miao è un designer grafico di talento e conduce la sua piccola agenzia di branding, CloserBranding, da un paio d'anni. Nato a Pechino nel 1981, Zhang Miao è figlio unico ed ha sempre vissuto nella capitale cinese, la città nativa dei genitori. Dopo aver conseguito la laurea in design grafico presso l'Istituto di Tecnologia della Moda di Pechino nel 2002, si è fatto le ossa lavorando per un paio d'anni presso un rinomato studio grafico locale, Dong Dao, viatico per il suo passaggio successivo ad un'agenzia di branding internazionale, Landor.
Ci siamo conosciuti nel 2013, quando ebbi la fortuna di impiegarlo in qualità di freelancer nello studio che dirigevo ai tempi. Lavorammo assieme per diversi mesi su una serie di progetti che ci fecero passare parecchie notti insonni; tuttavia, nonostante la durezza degli impegni e di scadenze irragionevoli, lavorare con Zhang Miao è sempre stato un piacere. Oltre al lavoro svolto, la sua energia e il suo umorismo mi furono d'aiuto nell'attraversare tempi non proprio facili all'agenzia, contribuendo a gettare le basi di un rapporto di reciproco rispetto e d'amicizia che ben presto andò oltre la sfera lavorativa.
L'idea di avere le sue foto sulla homepage di Buyiding mi è venuta in modo del tutto naturale. Pensai che sarebbe stato interessante offrire ogni giorno nuovi scorci di Pechino, la città dove risiedo da più di venticinque anni, attraverso immagini che a parere di molti sono fresche, originali e fondamentalmente molto belle. Quando ne parlai con Zhang Miao, la sua reazione fu dapprima d'incredulità e poi di gratitudine. Nessuno gli aveva mai proposto una cosa del genere e, con fare modesto ma pieno di entusiasmo, mi disse senza esitare un attimo che avrei potuto utilizzare tutte le immagini che volevo.
Dopo esserci accomodati al tavolo del ristorante, aver ordinato qualche piatto e un paio di birre ed esserci scambiati aggiornamenti su rispettivi lavori e clienti, gli chiedo di mostrarmi la sua macchina fotografica. Zhang Miao la estrae dal suo zaino e la mette sul tavolo

commentando la modestia del mezzo che usa ogni giorno per scattare le sue istantanee.
"Non è niente di che, ma per me va più che bene—dice con un sorriso—E a dire il vero non so neanche usare tutte le sue funzioni".
Zhang Miao ci tiene a sottolineare che per lui la fotografia è solo un hobby e che è ben lontano dal ritenersi un 'fotografo'. Anzi, fino a pochi anni addietro fare foto non lo interessava affatto. Fu solo tre anni fa, durante un viaggio negli Stati Uniti, che si decise ad acquistare una macchinetta economica per documentare i momenti di quell'esperienza.
"A dire il vero da quella vacanza non avevo particolari aspettative, ma trovatomi lì assieme a mia moglie, realizzai ben presto che c'erano davvero molte cose interessanti che m'incuriosivano. In particolare passeggiare per le strade di Los Angeles e San Francisco stimolò la mia attenzione verso una serie di aspetti urbani e della vita di quei luoghi che mi spinsero a doverli documentare in qualche modo. Da lì la decisione di acquistare la mia prima macchina fotografica. Quella che uso adesso è la mia terza...ho fatto qualche piccolo upgrade".
Personalmente, l'abilità fotografica di Zhang Miao l'ho scoperta a poco a poco su WeChat, la super-app usata ogni giorno da centinaia di milioni di cinesi per comunicare e svolgere dozzine di altre attività utili. Tra le sue funzioni c'è quella della condivisione dei 'Momenti', ovvero di brevi post emessi nella cerchia di amici e conoscenti e che recano messaggi, foto, brevi video o links. Dal momento in cui Zhang Miao iniziò a condividere i suoi scatti con cadenza pressochè quotidiana, non potei fare a meno di notarne l'originalità e, soprattutto, la genuinità. Nelle sue foto non c'è nulla di pre-ordinato o pianificato. Esse catturano piccoli scorci estemporanei di vita che hanno il potere di rivelare immagini o suggestioni di Pechino, o in senso più ampio della Cina urbana contemporanea, con grazia, eleganza, schiettezza e un generale senso di partecipazione, comprensione profonda dell'istante appena colto.
"La mia ispirazione proviene direttamente dalla strada, dalle situazioni e dagli innumerevoli personaggi che vivono o vedo passare intorno alla mia zona" dice Zhang Miao. "La stragrande maggioranza delle mie foto l'ho scattata in un'area dal raggio di non più di 3 chilometri, tra casa e lavoro principalmente, e per me è stato affascinante scoprire a poco a poco la quantità di personaggi, situazioni e piccole storie contenute in un cerchio relativamente ristretto di questa città. È davvero una miniera costante di spunti e idee che cerco il più delle volte di cogliere al volo, d'istinto"
Ma quell'attimo per Zhang Miao deve riuscire a suggerire una piccola storia, lasciando a chi la osserva il beneficio di una propria, personale interpretazione o, nel migliore dei casi, anche più di una.
"Cerco di cogliere momenti autentici, genuini, di vita normale per le strade del mio quartiere: questa è la mia ambizione primaria", spiega Zhang Miao, ed è l'unica regola narrativa non scritta a cui si è ripromesso di attenersi.
A giudicare dalla sua personalità e da come descrive il suo modo di scattare foto, probabilmente tale regola è derivata non tanto da una scelta razionale, pregressa e pianificata, ma piuttosto da un'abilità istintiva nel catturare momenti di vita puri e sinceri nella loro ordinarietà.
I soggetti che ricorrono nelle scene urbane ritratte da Zhang Miao sono per lo più persone normali alle prese con attività semplici e spontanee: intente ad attraversare un incrocio, ad acquistare cose, o in sella a una bici in attesa del semaforo; in altri casi si tratta di soggetti più dimessi, intenti a lavorare sodo o a prendersi una breve pausa, o di anziani che passeggiano o seduti nelle loro carrozzelle. E sullo sfondo di una megalopoli moderna, le scene e i personaggi semplici, o in certi casi umili, ripresi da Zhang Miao testimoniano in modo sottile anche la molteplicità delle contraddizioni di una città in costante trasformazione.
"Tra i miei soggetti preferiti ci sono sicuramente i kuàidì (快递), i riders che girano a decine di migliaia per la città per consegnare pacchi, pacchetti, o ordinazioni dal ristorante." Negli ultimi anni in tutta la Cina con l'esplosione dell'e-commerce e delle consegne a domicilio, i riders hanno invaso le strade dell'intera nazione. Fanno un lavoro duro girando da mattina a sera in ogni condizione atmosferica possibile, in un traffico intenso alle cui regole contravvengono spesso, rischiando grosso per ridurre i tempi di consegna.
"Indossano delle uniformi colorate—continua Zhang Miao—e portano caschi o cappelli di ogni foggia che li rendono unici e immediatamente identificabili per la città. Starei ore ad osservarli mentre fanno una pausa o si fermano a scaricare le loro consegne sui marciapiedi, appoggiati alle loro moto o furgoncini elettrici, rileggendo gli ordini su moduli di carta sgualciti, fumando una sigaretta o con gli occhi immersi nei loro telefonini."
Lo stesso tipo di curiosità Zhang Miao la prova per gli operai che vede girare sui tetti dei palazzi in costruzione o negli androni dei palazzi e degli uffici.
"Vedendoli ogni giorno sul pianerottolo di casa, per strada o all'entrata dell'ufficio non posso fare a meno di fermarmi ad osservarli. In alcune loro espressioni, movenze o in certi modi di fare c'è un non so che di 酷 (kù, cool) che trovo sorprendente e interessante. E quando mi trovo ad incrociarli mi chiedo ogni volta: chi sono queste persone? Da dove vengono? Che vita fanno? Dove e in quali condizioni vivono?...Questa è gente che sgobba tutti i santi giorni e che con tutta probabilità non ha o non ha avuto una vita facile. M'ispirano rispetto."

Ritrarre in foto questi personaggi è forse un modo per Zhang Miao per darsi delle risposte o almeno d'immaginarle. Ed è anche un modo, almeno a volte, di scoprire la bellezza nascosta in situazioni, gesti ed espressioni umane semplici che ci circondano ogni giorno, ma che in genere non notiamo o ignoriamo del tutto. Secondo Zhang Miao, tutto sta nell'avere la giusta predisposizione o sensibilità mentale per saperle riconoscere e, come nel suo caso, la prontezza di percepirle e documentarle con i suoi scatti quotidiani.
Tra arrosticini di pollo, un'insalata d'alghe e sorsi di birra, nel corso della nostra cena oltre alla fotografia si parla anche d'altro. Come due attempati běijīng lǎo gēmenr
(北京老哥们儿, vecchi amici pechinesi) ci ritroviamo a discutere di come Pechino sia cambiata, nel bene e nel male, del fatto che si sia persa parte dell'originaria spontaneità o cortesia della sua gente, e che sia sempre più difficile trovare locali in cui si suoni musica di ogni genere dal vivo, com'era prassi comune in passato. Ma dopo questa parentesi di consueta amarcord tra amici, si ritorna a parlare di fotografia e chiedo a Zhang Miao se tra le centinaia di foto che ha scattato ce ne sono alcune che ritiene particolarmente interessanti o a cui si sente più attaccato emotivamente.
La domanda lo prende in contropiede.
Zhang Miao si gratta la tempia, ci pensa su un attimo, e dopo un sorso di birra agguanta lo smartphone iniziando a scorrere il suo album di foto. Dopo una manciata di secondi mi porge il cellulare e me ne mostra una.

"Questa la trovo davvero curiosa—dice—fatta qualche tempo fa, d'inverno. Sto camminando per Sanlitun e all'improvviso vedo quest'uomo di colore passeggiare tra la gente. Tutti i passanti, dico tutti, camminano in un verso, e lui è l'unico a camminare nel verso opposto. Tra l'altro indossa un piumino bianco, mentre tutti gli altri nella foto vestono indumenti scuri. Insomma, c'è qualcosa che trovo bizzarro e affascinante in questa foto, e non so esprimerlo compiutamente a parole. Forse il punto è nel contrasto della situazione, una sorta di contraddizione figurata e graficamente evidente."
"Poi c'è questa..."

"A dire il vero per scattare questa foto ci ho dovuto metter un po' d'impegno. Ero in taxi e d'improvviso vedo passare di lato queste due donne anziane in bici, una di fronte che pedala e una seduta dietro. Ho messo subito mano alla macchinetta e ho cominciato a scattare foto una dietro l'altra, ma nessuna mi andava a genio. A un certo punto ho detto al tassista di accelerare e fermarsi più avanti. Sono sceso dal taxi tra le proteste del tassista basito, ho atteso qualche secondo e il caso ha voluto che nell'istante in cui ho scattato la foto sullo sfondo ci fosse questo muro ocra, che dà un tono alla foto del tutto particolare"
Zhang Miao, riprende in mano il suo smartphone e continua a sfogliare il suo album digitale.
"Ecco, anche questa..."

"Per molti immagino che questa foto non abbia nulla di particolare. Ma a me sta a cuore perchè ne conosco la storia. Ebbene, di solito durante la pausa pranzo vado in un ristorante sotto l'ufficio e ogni giorno vedo questo signore anziano, parzialmente cieco, col suo cane. Prima di entrare nel ristorante lega sempre il suo cane appena fuori, poi entra, si mette a sedere, ordina e mangia. Ebbene, per ovvie ragioni non si è mai accorto che dopo essersi seduto ogni volta gli inservienti del ristorante vanno a slegare il cane e lo fanno accucciare nel ristorante. Finito il pasto, quando si alza, gli inservienti gli porgono il guinzaglio col cane e lui se ne esce. Un giorno ho deciso di fargli una foto mentre aveva un momento di tenerezza col suo compagno."
"Anche per questa foto ho dovuto fare un piccolo sforzo per catturare il momento giusto...".

"Nell'edificio del mio ufficio stanno facendo dei lavori di manutenzione e la facciata è ricoperta da scaffalature su cui girano sempre operai e muratori. Pochi giorni fa dalla finestra ne ho scorto uno che più o meno verso l'ora di pranzo stava sdraiato a riposare. Ho afferrato la macchinetta e sono andato qualche piano sopra per scattargli una foto dall'alto. Il caso ha voluto che nel tragitto tra il mio ufficio e i piani superiori l'operaio si è addormentato ed è uscita fuori questa foto."
"Quest'altra invece l'ho scattata d'impulso..."

"La cosa divertente in questa foto è che c'è questo tipo disteso su un panno sul marciapiede, sigaretta in bocca, telefono in mano, totalmente a suo agio, rilassato in mezzo alla gente che passa. E sullo sfondo c'è uno striscione che dice (parafrasando, ndr) ‘Crescete i vostri cani in modo corretto e a norma di legge. Non lo so...ma trovo il contrasto tra quanto scritto su quello striscione e questo signore sdraiato li'... c'è una illogicità ritratta in questa situazione che ogni volta mi fa sorridere."
Finita la cena io e Zhang Miao chiacchieriamo ancora un po', alternando accenni a storie familiari, a Yu Hua, scrittore cinese di cui ho appena finito un libro, e al lavoro che ci aspetta domani. Com'è usanza qui in Cina devo dibattere con Zhang Miao su chi debba pagare il conto. Lui ha già pronto in mano il cellulare per pagare via WeChat ma m'impongo con moderata decisione e, com'è giusto che sia, offro io.
Usciti dal ristorante e dopo un cordiale saluto Zhang Miao si avvia verso un'altra bicicletta a noleggio. Ci salta sopra e si avvia pedalando con calma lungo il vicolo.
Mi avvio a piedi verso casa, l'aria di Pechino ha già preso la sua piega autunnale e alla sera la gente, sottoscritto incluso, ha iniziato a indossare dei giubbetti leggeri.
Sanlitun non sembra particolarmente pimpante stasera.
Ma è solo martedì.
Per approfondire:
Link alla pagina dedicata a Zhang Miao dal sito dell'Associazione Fotografi Cinese (in cinese).